L'icône de la Mère de Dieu SOUMORINE DE TOTMA ("SOUMORINSKAÏ A -TOTEMSKAÏA") (1554)
Da più di tre secoli i pellegrini che giungono alla Basilica della
Salute venerano l’immagine della Madonna posta al centro dell’altare
maggiore. Essa è giunta dall’isola di Candia il 26 febbraio 1670 portata
dal doge Morosini. Il 21 novembre dello stesso anno essa venne
collocata nelle nicchia dell’altare. I candiotti la chiamavano Madonna
di san Tito, perché ritenevano che fosse stata dipinta da san Luca che
poi l’avrebbe donata al loro primo vescovo. Veniva chiamata anche
Mesopanditissa che significa mediatrice di pace perché dinanzi alla sua
immagine i veneziani e i candiotti, nel 1264, avevano posti fine alla
guerra che li aveva visti coinvolti per un sessantennio. Il suo
appellativo forse deriva anche dal giorno in cui essa veniva
festeggiata, giorno che cadeva a metà tra il Natale e la Presentazione
del Signore, chiamata dai greci festa dell’Ipapante cioè festa
dell’incontro con Cristo. Con Maria, la “Ipapantissa”, ci si incontrava
prima, per essere poi guidati da Lei a incontrarsi con Cristo.
A Venezia tale immagine della Vergine viene chiamata Madonna della Salute perché da lei i veneziani riconobbero di aver ricevuto in dono la salute nella guarigione dalla peste e la salvezza che solo il Salvatore, figlio suo, è capace di elargire. Così ricorda anche l’iscrizione incisa nel tondo al centro della Basilica: “Unde origo inde salus”-da Maria nacque Venezia, da Maria venne la salvezza.
L’icona della Mesopanditissa conquista per il suo volto ombrato e dolce che come Madre accoglie i suoi figli fedeli alla sua presenza. Essa tiene in braccio il Figlio di Dio e lo porge all’umanità pellegrina. La Madre dona il Figlio, il Salvatore e colui che offre la salvezza. Il Bambino Gesù tiene in una mano il rotolo della Rivelazione e con l’altra benedice: egli è il Verbo, la Parola di Dio che è fonte di benedizione per quanti con fede lo accolgono.
A Venezia tale immagine della Vergine viene chiamata Madonna della Salute perché da lei i veneziani riconobbero di aver ricevuto in dono la salute nella guarigione dalla peste e la salvezza che solo il Salvatore, figlio suo, è capace di elargire. Così ricorda anche l’iscrizione incisa nel tondo al centro della Basilica: “Unde origo inde salus”-da Maria nacque Venezia, da Maria venne la salvezza.
L’icona della Mesopanditissa conquista per il suo volto ombrato e dolce che come Madre accoglie i suoi figli fedeli alla sua presenza. Essa tiene in braccio il Figlio di Dio e lo porge all’umanità pellegrina. La Madre dona il Figlio, il Salvatore e colui che offre la salvezza. Il Bambino Gesù tiene in una mano il rotolo della Rivelazione e con l’altra benedice: egli è il Verbo, la Parola di Dio che è fonte di benedizione per quanti con fede lo accolgono.