sabato 27 gennaio 2018

venerdì 12 gennaio 2018

13 gennaio la Madre di Dio mesoipapantissa,/ Mesopanditissa a Creta e a Venezia

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I Veneziani giunti a Creta nel XIII secolo per colonizzare l'isola abbracciarono il culto del patrono locale, S. Tito, e di un'icona miracolosa della Vergine attribuita a San Luca, la Vergine Mesopanditissa, tanto che quando Creta cadde nelle mani degli Ottomani nel 1669, le reliquie di san Tito e l'icona furono portate a Venezia. L'icona risale al XIII secolo: i Candioti la chiamavano Madonna di San Tito, perché ritenevano che fosse stata donata al loro primo vescovo, o anche Mesopanditissa (in origine Meso-Ipapantissa) ad indicare il giorno in cui veniva festeggiata che cadeva a metà del periodo tra il Natale e la Presentazione del Signore, chiamata dai Greci festa dell'Ipapandì, cioè festa dell'incontro con Cristo. Il 21 novembre del 1670 questa icona venne collocata sull’altare maggiore del Santuario della Madonna della Salute in voto per la cessazione della peste del 1630 e divenne, insieme alla icona della Nicopeia in S. Marco, l’immagine patrona della Serenissima. Ancora oggi nella stessa data i veneziani continuano a renderle omaggio.
 
 
Da più di tre secoli i pellegrini che giungono alla Basilica della Salute venerano l’immagine della Madonna posta al centro dell’altare maggiore. Essa è giunta dall’isola di Candia il 26 febbraio 1670 portata dal doge Morosini. Il 21 novembre dello stesso anno essa venne collocata nelle nicchia dell’altare. I candiotti la chiamavano Madonna di san Tito, perché ritenevano che fosse stata dipinta da san Luca che poi l’avrebbe donata al loro primo vescovo. Veniva chiamata anche Mesopanditissa che significa mediatrice di pace perché dinanzi alla sua immagine i veneziani e i candiotti, nel 1264, avevano posti fine alla guerra che li aveva visti coinvolti per un sessantennio. Il suo appellativo forse deriva anche dal giorno in cui essa veniva festeggiata, giorno che cadeva a metà tra il Natale e la Presentazione del Signore, chiamata dai greci festa dell’Ipapante cioè festa dell’incontro con Cristo. Con Maria, la “Ipapantissa”, ci si incontrava prima, per essere poi guidati da Lei a incontrarsi con Cristo.

A Venezia tale immagine della Vergine viene chiamata Madonna della Salute perché da lei i veneziani riconobbero di aver ricevuto in dono la salute nella guarigione dalla peste e la salvezza che solo il Salvatore, figlio suo, è capace di elargire. Così ricorda anche l’iscrizione incisa nel tondo al centro della Basilica: “Unde origo inde salus”-da Maria nacque Venezia, da Maria venne la salvezza.

L’icona della Mesopanditissa conquista per il suo volto ombrato e dolce che come Madre accoglie i suoi figli fedeli alla sua presenza. Essa tiene in braccio il Figlio di Dio e lo porge all’umanità pellegrina. La Madre dona il Figlio, il Salvatore e colui che offre la salvezza. Il Bambino Gesù tiene in una mano il rotolo della Rivelazione e con l’altra benedice: egli è il Verbo, la Parola di Dio che è fonte di benedizione per quanti con fede lo accolgono.
 
 
 
 
 http://www.johnsanidopoulos.com/2014/01/synaxis-of-panagia-mesopanditissa-of.html