lunedì 30 marzo 2015

la deipara al 31 Marzo

.
 
LO STESSO GIORNO, MEMORIA  APPARIZIONE DELLA SANTA ICONA DELLA SS. MADRE DI DIO DI IVIRON.
 
http://oca.org/saints/lives/2014/03/31/100962-appearance-of-the-iveron-icon-of-the-mother-of-god 
 
SS. MADRE DI DIO “ DI IVIRON  anche detta PORTAITISSA “
 
L’icona (una variante dell’Odighitria) rappresenta una copia della venerata icona della Madre di Dio, custodita nel monastero di Iviron sull’Athos. Secondo la tradizione, essa apparve all’Athos nel 999. In precedenza, durante l’epoca dell’iconoclastia l’icona si trovava a Nicea, nella casa di una pia vedova. Un informatore dell’imperatore (secondo altre versioni, un pirata arabo), vista l’icona, la colpì con la spada. Allora dalla  guancia della Madre di Dio sgorgò sangue, come da un corpo vivo. Per ordine dei soldati dell’imperatore iconoclasta Teofilo (829-842), la vedova fu costretta a gettare l’icona in mare, ed essa cercò rifugio all’Athos. Un monaco del Monte Athos, Gabriele, il quale conduceva vita eremitica sui monti sovrastanti il Monastero di Iviron,  vide approssimirasi dal mare una colonna di fuoco, ed incamminatosi sulle onde del mare, secondo i consigli dategli in sogno dalla Madre di Dio,  prese l’icona santa  e la consegnò ai monaci del monastero di Iviron, che  la collocarono nel presbiterio della chiesa, ma il  giorno dopo la trovarono sopra le porte del monastero, dove l’icona venne lasciata come guardiana del monastero, ricevendo per questo motivo il nome che la caratterizza («Portaitissa», cioè  «Guardiana delle porte»). Nel 1648 a Mosca fu portata una copia esatta dell’icona miracolosa. Questa copia sarebbe stata dipinta con grande devozione dall’iconografo athonita Iamvlich Romanov su una tavola di cipresso aspersa con l’acqua con cui i monaci avevano ripulito l’antica icona. Nella stessa acqua sarebbero stati mescolati anche i colori per la pittura. In memoria del fatto che l’icona miracolosa del monastero athonita si era scelta il posto sopra le porte del cenobio, per la sua copia a Mosca fu costruita un’apposita cappella accanto alle porte della Resurrezione, per impetrare la protezione della divina guardiana sulla capitale dell’impero. Attualmente questa icona si trova nel monastero di Novodevc’i a Mosca, mentre nella cappella dell’Arcangelo, recentemente ricostruita (era stata demolita in epoca sovietica), è stata collocata una copia dipinta ai nostri giorni. 

venerdì 27 marzo 2015

La Deipara al 28 Marzo



  

SS. MADRE DI DIO “ DEL SEGNO”

La tipologia dell’icona in esame, con la raffigurazione sul suo petto di Cristo Emmanuele all’interno di un medaglione, è tra le più antiche e svela con particolare profondità il significato del dogma dell’Incarnazione. La Vergine viene presentata come il tempio della Chiesa, in cui Dio è presente attraverso il suo Verbo, secondo il compiersi della promessa fatta al popolo eletto nell’Antico Testamento; il Bambino prende infatti il nome di Emmanuele dalla profezia di Isaia (7,14): «Ecco, vi darò un segno: la Vergine concepirà e darà alla luce un figlio, che si chiamerà Emmanuele, Dio con noi». La simbologia del tempio bizantino è sottolineata dalla sagoma della figura della Vergine, in cui si delinea una chiesa cubica coronata da una cupola, entro cui è contenuta il diskos . I Padri della Chiesa amavano molto questa simbologia, e Massimo il Confessore esclama: «Colui che l’universo non poteva contenere, è stato contenuto, o Madre, nel tuo grembo! La Vergine è raffigurata nel gesto dell’orante, che vediamo già nell’arte tardoantica e nelle catacombe romane, con le braccia levate al cielo, mentre il Bambino è raffigurato nello stesso  atteggiamento del Pantocratore, con la destra benedicente e il rotolo della legge nella sinistra. la composizione della Madre di Dio del Segno o dell’Orante compare sovente anche nei catini absidali delle antiche chiese, ad affresco o in mosaico.

 la Santa Vergine,   spesso è circondata da una cornice dove sono raffigurati i Santi profeti dell’antico testamento, con cartigli, contenete scritti sulla prefigurazione di Maria, quale tempio dell’Emmanuele. In Russia uno dei più antichi prototipi di questa tipologia è l’icona custodita nella cattedrale di Santa Sofia a Novgorod, del XII secolo, considerata il palladio della città



The Icon Our Lady Burning Bush. Russian Orthodox Church icon from Russian church factory Sofrino
Size 4,6x5,6 inches (11,5x14 centimeters). There is a stamp of Moskow Patriarchy on the back of Icon.
Veneration 4 (17).09.
Against fire, lightning etc.
The Virgin is patroness for all fireman's




giovedì 26 marzo 2015

mercoledì 25 marzo 2015

la Deipara al 26 Marzo




Theotokos Enthroned


Clôture de l'Annonciation et synaxe de l'Archange GABRIEL, serviteur du mystère ineffable, surnaturel et divin de l'Incarnation du Christ

lunedì 23 marzo 2015

la Deipara al 24 Marzo


 

 

SS. MADRE DI DIO “ MONTAGNA INVIOLATA”

Sinassi 24 Marzo

La S. Madre di Dio, porta sul braccio sininistro  il Cristo Gesù,  e con la destra tiene una scala, che ricorda il sogno di Giacobbe e che permise a Dio di manifestarsi sulla terra.  Nel mezzo della composizione  si trova  il motivo che da nome all’icona: “ la montagna  spaccata non da mano umana”. Si tratta della montagna del sogno di Nabucodonosor, interpretato dal profeta Daniele.
E’ la montagna che si stacca  senza essere toccata e che cresce al punto di riempire tutto il mondo ( Dn 2, 31-35). Altro simbolo  è la pietra  che compare  dietro il piede del Bambino ( qui poco visibile).
E’ la pietra che chiudeva l’entra della fossa dove Daniele era rinchiuso, ma che non impedì ad Abacuc di entrare per nutrire Daniele ( Dn 14, 30-40).
L’icona della Madre di Dio della montagna inviolata, forma inoltre, il centro della composizione  dell’icona della Vergine del Roveto Ardente con la differenza che, Maria volge la testa a sinistra.

L'icône de la Mère de Dieu "DE LA MONTAGNE FERTILE" ("TOUTCHNAÏA GORA").

 https://doxologia.ro/cinstirea-icoanei-maicii-domnului-muntele-netaiat

http://oca.org/saints/lives/2014/03/24/100883-icon-of-the-mother-of-god-of-ldquothe-uncut-mountrdquo

mercoledì 18 marzo 2015

La Deipara Tuttasanta al 19 Marzo






L'icône de la Mère de Dieu "DE TENDRESSE" ("OUMILIENIE") de Smolensk (1103). (Tropaire et kondakion traduits en français par le père Denis Guillaume au tome III du Supplément aux Ménées.)

lunedì 16 marzo 2015

Prière à l'icône miraculeuse de Notre Dame de Kazan / Kazanskaïa


http://finestradellanima.it/vetrina/wp-content/uploads/2012/01/HPIM2098-800x870.jpg

http://www.monachos.net/conversation/topic/2857-favourite-prayers/
Cette prière se trouve à la conclusion de l'Acathiste à Notre Dame de Kazan. On la prie devant l'icône miraculeuse de la Kazanskaïa (agenouillé, excepté de Pâques à la Pentecôte)

Ô toute sainte Reine, Notre Dame la Mère de Dieu, nous prosternant avec foi et amour devant ta précieuse icône, nous te prions : ne détourne pas ta face de ceux qui accourent vers toi. Prie ton Fils et notre Dieu, le Seigneur Jésus-Christ, ô Mère pleine de compassion, afin qu'Il nous garde dans la paix, et qu'Il préserve Sa sainte Église contre l'incroyance, l'hérésie ou le schisme. Car nous n'avons pas d'autre aide ni d'espoir que toi, ô très pure Vierge. Tu es le tout puissant secours et la protectrice des Chrétiens. Délivre tous ceux qui te prient avec amour contre les assauts du péché, contre les attaques des hommes méchants, contre toutes les tentations, afflictions et détresses, et contre la mort soudaine. Accorde-nous d'avoir un esprit contrit, un coeur humble, des pensées pures, afin que nous amendions nos vies pécheresses et que nous obtenions la rémission de nos péchés. De sorte que nous puissions chanter avec reconnaissance tes hauts faits, et que nous soyons assurés du Royaume éternel. Amen.

venerdì 13 marzo 2015

del 14 Marzo SS. Madre di Dio di S. Teodoro (Fëdorovskaja).





L'icône de la Mère de Dieu "DE SAINT-THEODORE" ("FEODOROVSKAÏA"). (Elle fut découverte par le saint prince Georges Vsiévolodovitch au XIIIème siècle. C'est devant cette icône, alors conservée dans un monastère de Kostroma, que la tsarine Marthe Ioannovna bénit l'intronisation de son fils Michel Féodorovitch, premier tsar de la dynastie des Romanov, le 14 mars 1613. Autre fête le 16 août.) (Acathiste traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XIII du Supplément aux Ménées.) 

http://oca.org/saints/lives/2014/03/14/100804-icon-of-the-mother-of-god-of-st-theodore

SS. Madre di Dio di S. Teodoro (Fëdorovskaja).
Sinassi il 14 marzo

L’icona, si trovava, un tempo, nella chiesa di S. Teodoro Stratilate del monastero della città di Goorodza  distrutta dai tartari,.
L'icona apparve nel 1239  al principe di Kostroma, Basilio Gheorghievicic mentre cacciava nel bosco; improvvisamente vide l'icona su un pino. Gli abitanti di Kostroma - sempre secondo la leggenda – videro, il giorno prima dell’apparizione,  un guerriero sfolgorante  che assomigliava al Santo martire  Teodoro Stratilata che portava l'icona nel bosco. Durante l'invasione dei tartari, la Madonna Fëdorovskaja confuse la vista all'esercito nemico e regalò la vittoria sul lago Santo al principe Basilio. Dal XVII° secolo la storia dell'icona è collegata strettamente alla dinastia dei Romanov. La Madre di Dio  Fëdorovskaja svolse un ruolo importante nella scelta dello zar Michail Fedorovich Romanov nell'anno 1613. Tutti questi eventi accaddero a Kostroma, da ciò l'icona ricevette il secondo nome di Madre di Dio Fëdorovskaja di Kostroma. 
La festa dell'icona Madre di Dio Fëdorovskaja è stabilita nel giorno 14 marzo (giorno dell'incoronazione di Michail Fedorovich), mentre il 15, 16 agosto si festeggia la provvidenziale apparizione al principe Basilio. Grazie alla dinastia degli zar, l'icona fu venerata da tutto il popolo russo.
Nell'iconografia l'icona è vicina alla Madre di Dio di Vladimir. La sua peculiarità è la gamba sinistra di Gesù Bambino che non è coperta. Anche se probabilmente questo dettaglio era presente anche nell'icona Madre di Dio di Vladimir prima del restauro del XV° secolo.
Nell'icona detta della "Tenerezza" vediamo il Gesù Bambino con la guancia sinistra appoggiata alla guancia destra della Madonna. L'icona rappresenta la relazione piena di tenerezza, tra la Madre e il Figlio. La Vergine simbolizza anche la Chiesa di Cristo, perciò l'icona rappresenta tutta la pienezza dell'amore tra Dio e l'uomo, la pienezza che è possibile solo nel seno della Madre Chiesa. Nell'icona l'amore unisce il celeste al terrestre, il divino all'umano; l'unità è trasmessa nell'aderenza delle facce e nella congiunzione delle aureole.
La Madre di Dio è pensierosa, tiene stretto il Figlio, vedendo la via della croce, sapendo quante sofferenze lo aspettano

domenica 8 marzo 2015

La Deipara- 9 Marzo




L'icône de la Mère de Dieu "VERBE TU T'ES FAIT CHAIR" ("SLOVO PLOT BYST") ou "D'ALABAZINE" ("ALBAZINSKAÏA") (1666). (Albazine est une ville de l'Extrême-Orient russe, sur l'Amour, dont les habitants sont à l'origine de la présence orthodoxe en Chine.)
The Albazin Icon of the Mother of God "the Word made Flesh" is of great religious significance in the Amur River region. It received its name from the Russian fortress of Albazin (now the village of Albazino) along the Amur river, founded in the year 1650 by the famous Russian frontier ataman Hierotheus Khabarov on the site of a settlement of the Daurian prince Albaza. 


The hue and cry over the Amur Albazinsk fortress became an object of enmity for the Chinese emperor and his generals, who then already dreamed of expanding their influence over all of Russian Siberia. 


On the eve of the Feast of the Annunciation, on March 24, 1652, the first military clash of the Russians with the Chinese occurred at the Amur. Through the prayers of the Most Holy Theotokos the pagans were scattered and fled to their own territory. This victory seemed like a portent for the Russians. But the struggle had only just begun. Many sons of Holy Russia died in the struggle for the Amur, and for the triumph of Orthodoxy in the Far East. 


In June of 1658 an Albazin military detachment, 270 Cossacks under the leadership of Onuphrius Stepanov, fell into an ambush and in a heroic fight they were completely annihilated by the Chinese. 


The enemy burned Albazin, overran Russian lands, and carried off the local population into China. They wanted to turn the fertile cultivated area back into wilderness. 


During these difficult years the Most Holy Theotokos showed signs of Her mercy to the land of Amur. In 1665, when Russians returned and rebuilt Albazin, together with a priest there came to the Amur the Elder Hermogenes from the Kirensk Holy Trinity monastery. He carried with him a wonderworking icon of the Mother of God "the Word made Flesh", called the Albazinsk Icon since that time. In 1671 the holy Elder built a small monastery on the boundary mark of the Brusyan Stone (one and a half kilometers from Albazin near the Amur), where the holy icon was later kept. 


Albazin was built up. At two churches in the city, the Ascension of the Lord and St Nicholas the Wonderworker, Albazin priests offered the Bloodless Sacrifice. Not far from the city (along the Amur) another monastery was built, the Spassky. The fertile soil produced bread for Eastern Siberia. The local populace adapted itself to Russian Orthodox culture, peacefully entering into the multi-national Russian state, and found Russian protection from the plundering raids of Chinese feudal war-lords. 


At Moscow they did not forget the needs of the far-away Amur frontier. They strengthened military defenses and improved regional government. In 1682 the Albazin Military-Provincial Government was formed. They concerned themselves about the spiritual nourishment of the Amur region peoples. A local Council of the Russian Church in 1681 adopted a resolution to send "archimandrites, igumens, or priests, both learned and good, to enlighten unbelievers with the law of Christ." The Daurian and Tungusian peoples as a whole accepted Holy Baptism. Of great significance was the conversion of the Daurian prince Hantimur (renamed Peter) and his eldest son Katana (renamed Paul) to Orthodoxy. 


The servants of the Chinese emperor planned for a new attack. After several unsuccessful forays, on July 10, 1685, they marched against Albazin with an army of 15,000 and encircled the fortress. In it were 450 Russian soldiers and three cannon. The first assault was repulsed. The Chinese then from all sides piled up firewood and kindling against the wooden walls of the fortress and set it on fire. Further resistance proved impossible. With its military standards and holy things, among which was the wonderworking Albazin Icon, the soldiers abandoned the fortress. 


The Mother of God did not withhold Her intercession from Her chosen city. Scouts soon reported that the Chinese suddenly began to withdraw from Albazin, ignoring the Chinese emperor's command to destroy the crops in the Russian fields. The miraculous intervention of the Heavenly Protectress not only drove the enemy from Russian territories, but also preserved the grain which sustained the city for the winter months. On August 20, 1685 Russians were in Albazin again. 


A year went by, and the fortress was again besieged by Chinese. There began a five-month defense of Albazin, which occupies a most honored place in Russian military history. Three times, in July, in September, and in October, the forces of the Chinese emperor made an assault on the wooden fortifications. A hail of fiery arrows and red-hot cannon balls fell on the town. Neither the city nor its defenders could be seen in the smoke and fire. And all three times, the Mother of God defended the inhabitants of Albazin from their fierce enemy. 


Until December 1686, when the Chinese lifted the siege of Albazin, of the city's 826 defenders only 150 men remained alive. 


These forces were inadequate to continue the war against the Chinese emperor. In August 1690 the last of the Cossacks departed from Albazin under the leadership of Basil Smirenikov. Neither the fortress, nor its holy things, fell into the hands of the enemy. The fortifications were razed and leveled by the Cossacks, and the Albazin Icon of the Mother of God was taken to Sretensk, a city on the river Shilka, which flows into the Amur. 


But even after the destruction of Albazin, God destined its inhabitants to do another service for the good of the Church. By divine Providence the end of the military campaign contributed to the increase of the influence of the grace of Orthodoxy among the peoples of the Far East. During the years of war, a company of about a hundred Russian cossacks and peasants from Albazin and its environs were taken captive and sent to Peking. 


The Chinese emperor even gave orders to give one of the Buddhist temples in the Chinese capital for an Orthodox church dedicated to Sophia, the Wisdom of God. In 1695 Metropolitan Ignatius of Tobolsk sent an antimension, chrism, service books, and church vessels to the Sophia church. In a letter to the captive priest Maximus, "the Preacher of the Holy Gospel to the Chinese Empire," Metropolitan Ignatius wrote: "Be not troubled, nor troubled in soul for yourself and the captives with you, for who is able to oppose the will of God? Your captivity is not without purpose for the Chinese people, so that you may reveal to them the light of Christ's Orthodox Faith." 


The preaching of the Gospel in the Chinese Empire soon bore fruit and resulted in the first baptisms of Chinese. The Russian Church zealously looked after the new flock. In 1715 the Metropolitan of Tobolsk, St Philotheus "the Apostle to Siberia" (+ May 31, 1727), wrote a letter to the Peking clergy and the faithful living under the Peking Spiritual Mission, who continued with the Christian work of enlightening pagans. 


The years went by, and the new epoch brought the Russian deliverance of the Amur. On August 1, 1850, the Procession of the Precious Wood of the Life-Giving Cross, Captain G. I. Nevelsky raised up the Russian Andreev flag at the mouth of the Amur River and founded the city of Nikolaevsk-on-Amur. Through the efforts of the Governor-General of Eastern Siberia, N. N. Muraviev-Amursky (+ 1881), and St Innocent, Archbishop of Kamchatka (March 31), and through the spiritual nourishment which obtained in the Amur and coastal regions, in several years the left bank of the Amur was built up with Russian cities, villages and Cossack settlements. 


Each year brought important advances in the development of the liberated territory, its Christian enlightenment and welfare. In the year 1857 on the bank of the Amur fifteen way-stations and settlements were established (the Albazin on the site of the old fortress and the Innokentiev, named in honor of St Innocent). In a single year, 1858, there were more than thirty settlements, among which were three cities: Khabarovsk, Blagoveschensk and Sophiisk. 


On May 9, 1858, on the Feast of St Nicholas, N. N. Muraviev-Amursky and Archbishop Innocent of Kamchatka arrived in the Cossack post at Ust'-Zeisk. St Innocent was there to dedicate a temple in honor of the Annunciation of the Mother of God (Blagoveschenie, in Slavonic), the first building in the new city. Because of the name of the temple, the city was also called Blagoveschensk, in memory of the first victory over the Chinese on the Feast of the Annunciation in 1652, and in memory of the Annunciation church at Irkutsk, in which St Innocent began his own priestly service. It was also a sign that "from that place proceeded the blessed news of the reintegration of the Amur region territory under Russian sovereignty." New settlers on the way to the Amur, journeying through Sretensk, fervently offered up their prayers to the Holy Protectress of the Amur region before her Wonderworking Albazin Icon. Their prayers were heard: the Aigunsk (1858) and Peking (1860) treaties decisively secured the left bank of the Amur and coastal regions for Russia. 


In 1868 the Bishop of Kamchatka, Benjamin Blagonravov, the successor to St Innocent, transferred the holy icon from Sretensk to Blagoveschensk, thereby returning the famous holy icon to the Amur territory. In 1885, a new period began in the veneration of the Albazin Icon of the Mother of God and is associated with the name of the Kamchatka bishop Gurias, who established an annual commemoration on March 9 and a weekly Akathist. 


In the summer of 1900, during the "Boxer Rebellion" in China, the waves of insurrection reached all the way to the Russian border. Chinese troops suddenly appeared on the banks of the Amur before Blagoveschensk. For nineteen days the enemy stood before the undefended city, raining artillery fire down upon it, and menacing the Russian bank with invasion. 


The shallows of the Amur afforded passage to the adversary. In the Annunciation church services were celebrated continuously, and Akathists were read before the Wonderworking Albazin Icon. The Protection of the Mother of God was again extended over the city, just as it had been in earlier times. Not daring to cross the Amur, the enemy departed from Blagoveschensk. According to the accounts of the Chinese themselves, they often saw a Radiant Woman over the bank of the Amur, inspiring them with fear and rendering their missiles ineffective. 


For more than 300 years the Wonderworking Albazin Icon of the Mother of God watched over the Amur frontier of Russia. Orthodox people venerate it not only as Protectress of Russian soldiers, but also as a Patroness of mothers. Believers pray for mothers before the icon during their pregnancy and during childbirth, "so that the Mother of God might bestow the gift of abundant health from the Albazin Icon's inexhaustible well-spring of holiness." 


This icon depicts Christ as a child standing in a mandorla before His Mother's breast.

sabato 7 marzo 2015

8 Marzo La Madre di Dio del Segno


L'icône de la Mère de Dieu "DU SIGNE DE KOURSK" ("ZNAMINESKAÏA KOURSKAÏA") trouvée en 1295 et aussi fêtée le 8 septembre, le 27 novembre et le 9ème vendredi après Pâques. Le 8 mars, on commémore l'échec d'un attentat contre cette icône, tenté en 1898 par des terroristes dans l'église du monastère de Koursk où elle était conservée.

La tipologia dell’icona in esame, con la raffigurazione sul suo petto di Cristo Emmanuele all’interno di un medaglione, è tra le più antiche e svela con particolare profondità il significato del dogma dell’Incarnazione. La Vergine viene presentata come il tempio della Chiesa, in cui Dio è presente attraverso il suo Verbo, secondo il compiersi della promessa fatta al popolo eletto nell’Antico Testamento; il Bambino prende infatti il nome di Emmanuele dalla profezia di Isaia (7,14): «Ecco, vi darò un segno: la Vergine concepirà e darà alla luce un figlio, che si chiamerà Emmanuele, Dio con noi». La simbologia del tempio bizantino è sottolineata dalla sagoma della figura della Vergine, in cui si delinea una chiesa cubica coronata da una cupola, entro cui è contenuta il diskos . I Padri della Chiesa amavano molto questa simbologia, e Massimo il Confessore esclama: «Colui che l’universo non poteva contenere, è stato contenuto, o Madre, nel tuo grembo! La Vergine è raffigurata nel gesto dell’orante, che vediamo già nell’arte tardoantica e nelle catacombe romane, con le braccia levate al cielo, mentre il Bambino è raffigurato nello stesso  atteggiamento del Pantocratore, con la destra benedicente e il rotolo della legge nella sinistra. la composizione della Madre di Dio del Segno o dell’Orante compare sovente anche nei catini absidali delle antiche chiese, ad affresco o in mosaico).

In questa icona, la Santa Vergine, è circondata da una cornice dove sono raffigurati i Santi profeti dell’antico testamento, con cartigli, contenete scritti sulla prefigurazione di Maria, quale tempio dell’Emmanuele. In Russia uno dei più antichi prototipi di questa tipologia è l’icona custodita nella cattedrale di Santa Sofia a Novgorod, del XII secolo, considerata il palladio della città

La Madre di Dio del Segno
Variante della Vergine Orante delle catacombe, lei è simbolo dell’anima cristiana che loda e adora Dio. Porta sul cuore il medaglione della gloria che contiene il Figlio radioso. Questo medaglione è il simbolo della divinità e significa che il “Primo Nato” avanti tutti i secoli ha abitato il seno verginale di Maria.
La tradizione ha visto in questa icona un’immagine della profezia di Isaia al tempo del re Acaz che è l’annuncio velato della nascita del Figlio di Dio : “Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.” (Is. VII, 13-14). Il Bambino Gesù, nell’iconografia , non è mai rappresentato come un neonato, perchè Lui è già il Verbo; è rivestito con un abbigliamento da adulto e soltanto la sua dimensione indica che si tratta di un bambino
Madre di Dio "del Segno"
Questa icona, in cui la Madre di Dio porta in un medaglione sul petto l'effigie del Salvatore Emmanuele, assume un particolare spessore dogmatico poiché la Vergine viene definita in relazione alla Sacra Scrittura: "... il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele" (Is 7, 14).
L'atteggiamento della Vergine, con le braccia simmetricamente levate al cielo in preghiera, esprime attesa e disponibilità, e presenta Maria in un'immagine cardine dell'arte paleocristiana. La Vergine offre l'Emmanuele. Nel corso della sua vita terrena Cristo non portò mai questo nome: l'Emmanuele è sempre la raffigurazione del Salvatore prima dell'Incarnazione, del Logos preesistente al tempo e alla storia, del Verbo che "è venuto ad abitare in mezzo a noi". In questo modo l'icona diviene la manifestazione del Dio presente ed incarnato nell'umanità, che si fa trasparenza, icona a sua volta del mistero dell'Incarnazione.
Quest'icona dunque non si può assolutamente leggere come "Vergine col Bambino", in quanto si pone sul piano della trascendenza assoluta, del simbolo puro, privo di ogni accenno alla dimensione umana.
Spesso veniva infissa su un'asta per essere trasportata in processione. (Nei paesi di tradizione bizantina le icone erano portate anche sui campi di battaglia per sostenere i combattenti).
Generalmente in questa icona la Madre di Dio è rappresentata a mezzo busto. Quando è rappresentata a figura intera è chiamata "la Grande Panaghia" ("la Tuttasanta").
Una variante di questa tipologia è la "Madre di Dio Orante": Maria, senza il Bambino, tiene le mani alzate in atteggiamento di preghiera e di supplica.
I colori delle vesti della Madre di Dio sono inversi a quelli del Cristo: la veste è blu e il manto è porpora, di una tonalità scura. Il colore cupo del manto parla di raccoglimento, di lotta, di sacrificio per affermare ogni valore superiore.
Le tre stelle sul capo e sulle spalle di Maria sono il simbolo della sua Verginità prima, durante e dopo il parto.
Sulle icone della Madre di Dio, inoltre, scompare del tutto l'antico appellativo "Santa Maria" per lasciare posto a quello di "Theotòkos", cioè "Madre di Dio" (MP OY: MHTHP THEOU).
Per gli ortodossi, la Vergine è sempre e solo la "Madre di Dio", perché non la veneriamo per se stessa, ma soltanto perché è la Madre del nostro Dio, e ci rivolgiamo a Lei sempre in relazione al Figlio. Molto raramente, infatti, è rappresentata da sola, senza il Cristo.


venerdì 6 marzo 2015

La Tuttasanta Deipara al 7 Marzo





L'icône de la Mère de Dieu "CAUTION DES PECHEURS" ("SPOROUTCHNITSA GRIECHNYKH") à Ordina (province d'Orel) (1843) et à Moscou (1848) (autre fête le 29 mai). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome III du Supplément aux Ménées. Acathiste traduit en français par le père Denis Guillaume au tome XIII du Supplément aux Ménées.)
The Icon of the Mother of God "Surety of Sinners" is known by this name because of the inscription on the icon: "I am the Surety of sinners for My Son Who has entrusted Me to hear them, and those who bring Me the joy of hearing them will receive eternal joy through Me." The Mother of God embraces Her Child, Who holds Her right hand with both His hands so that Her thumb is in His right hand, and Her small finger in His left hand. This is the gesture of one who gives surety for another. 



Although we do not know when or by whom the icon was originally painted, it is believed that the basis of the icon is to be found in the Akathist to the Protection of the Most Holy Theotokos: "Rejoice, You Who offer Your hands in surety for us to God." 



This icon was first glorified by miracles at the St Nicholas Odrino men's monastery of the former Orlov gubernia in the mid-nineteenth century (The "Assuage My Sorrows Icon" commemorated on October 9 is also from this monastery). The "Surety of Sinners" icon of the Mother of God was in an old chapel beyond the monastery gates, and stood between two other ancient icons. Because it was so faded and covered with dust, it was impossible to read the inscription. 



In 1843 it was revealed to many of the people in dreams that the icon was endowed with miraculous power. They solemnly brought the icon into the church. Believers began to flock to it to pray for the healing of their sorrows and sicknesses. The first to receive healing was a crippled child, whose mother prayed fervently before the icon in 1844. The icon was glorified during a cholera epidemic, when many people fell deathly ill, and were restored to health after praying before the icon.
A large stone church with three altars was built at the monastery in honor of the wonderworking icon.
The "Surety of Sinners" Icon is also commemorated on May 29 and on Thursday of the week of All Saints.


L'icona "L'aiuto dei peccatori" per molto tempo fu appesa dietro la porta di una cappella del monastero di Odrinschi nella diocesi della città di Orlov. Non godeva di molta attenzione così che col tempo divenne così scura che non si poteva nemmeno leggerne le parole scritte. Nel 1844 il primo miracolo, il mercante Pociepin pregò davanti all'icona per suo figlio e questi subito guarì. Dopo questo la preghiera davanti all'icona portò molti altri miracoli. Così l'immagine fu spostata dalla cappella alla chiesa del monastero. Dopo qualche  tempo nel governatorato di Orlov si diffuse il colera, molti sia malati che sani, venivano a pregare la Vergine Santa davanti all'icona e nonostante il colera sia molto contagioso, nessuno di quest'ultimi usciva contagiato. I cittadini vollero portare l'icona per la città, e appena lo fecero il colera scomparve dall'Orlov.
Dopo i primi miracoli venne eseguita una copia dell'icona miracolosa e portata a Mosca nella chiesa di S. Nicola a Chamovnichi. Anche questa icona fece molti miracoli: il primo nell'anno 1848 quando dall'icona si sprigionò una luce che permetteva di vedere anche nella notte e dall'icona 
scendeva mirra.




giovedì 5 marzo 2015

La Tuttsanta Deipara al 6 Marzo



 

L'icône de la Mère de Dieu "DE CZESTOCHOWA" ("TCHENSTOKHOVSKAÏA"), enlevée par les Polonais à Bielsa en Galicie en 1352 et transférée à Czestochowa.
http://www.santiebeati.it/dettaglio/91095


dal nostro sito in inglese
The wonderworking Czestochowa Icon of the Most Holy Theotokos is to be found in a Roman Catholic monastery at Yasna Gora near the city of Czestochowa, Petrov Province. It is believed to be one of the seventy icons painted by the holy Apostle and Evangelist Luke (October 18). Tradition says that the icon was taken from Jerusalem when the Romans conquered the city in the year 66, and was hidden in a cave near Pella. The icon was given to St Helen (May 21) when she visited the Holy Land in 326, and she brought it back to Constantinople with her.

Starting in the eighth century the icon traveled to various places, including Galicia, Bavaria, and Moravia. Prince Leo, who founded the city of Lvov, brought the icon to Russia and placed it in the fortress of Belz. There many miracles took place before the holy icon.

Prince Vladislav of Opolsk acquired the icon when the Poles captured southwestern Russia. At the time that Vladislav ruled in Poland, the Tatars invaded Russia and soon appeared before the gates of the fortress of Belz. The prince ordered the icon to be placed atop the city walls as the Tatars began their siege of the fortress. Blood began dripping from the icon where it had been struck by an arrow or some other projectile. Those who witnessed it were fearfully amazed at the sight. The Tatars began to retreat when a dark haze covered them, and many of them died.

Following this miraculous deliverance, Prince Vladislav planned to take the icon to Siesia and to place it in his castle at Opolsk. As preparations for the transfer were being made, Vladislav was overcome with an inexplicable fear. He began to pray before the holy icon, and that night he was told in a vision to take the icon to Yasna Gora near Czestochowa. Vladislav built a monastery at Yasna Gora in 1382 and gave the icon to an order of Roman Catholic monks.

Many years later, followers of John Hus attacked Czestochowa and plundered the monastery. When they attempted to carry the Czestochowa Icon away in a cart, the horses refused to move from the spot, held back by some invisible power. One of the Hussites became angry and threw the icon onto the ground, while another stabbed the face of the Virgin with his sword. The first man was struck dead, and the hand of the second man shriveled up.

The other invaders also suffered punishment from God. Some of them died on the spot, while others became blind. Although many of the monastery's treasures were stolen by the Hussites, the wonderworking Czestochowa Icon was left behind.

King Carl X Gustav of Sweden occupied most of Poland in the seventeenth century, and his forces remained virtually undefeated until they fought a battle near Yasna Gora and the monastery where the icon was kept. With the help of the Most Holy Theotokos, the Poles were able to overcome the Swedes and end the war in 1656. At Lvov, King Jan Casimir officially decreed that Mother of God was the Queen of Poland, and that the nation was under her protection.

Many miracles have been worked by the Czestochowa Icon, and are recorded in a book which is kept at the Czestochowa monastery. Copies of the icon are found in many Orthodox and Roman Catholic monasteries. Some of these copies are venerated in the village of Pisarevkain in the Volhynia Province (June 29 and September 8), at Verhnaya Syrovatka in the Kharkov Province, at Tyvrov in the Vinits Province (Holy Spirit day), in the Kazan Cathedral at St Petersburg, and in several other places.





Icon of the Mother of God "the Blessed Heaven"
The "Blessed Heaven" Icon of the Mother of God is on the iconostasis of the Moscow Archangel cathedral in the Kremlin. Previously, this icon was at Smolensk and brought to Moscow by Sophia, daughter of the Lithuanian prince Vitovt, when she became the wife of Prince Basil of Moscow (1389-1425).

On the icon, the Mother of God is depicted in full stature, with a scepter in Her right hand. On Her left arm is the Divine Infant, and both of them are crowned. Certain people call also this icon of the Mother of God "What Shall we call Thee?"

This icon is also commemorated on the Sunday of All Saints

lunedì 2 marzo 2015

del 3 Marzo















The Volokolamsk Icon of the Mother of God


sta in

http://oca.org/saints/lives/2015/03/03/100648-icon-of-the-mother-of-god-of-volokolamsk






domenica 1 marzo 2015